Siamo degli attivatori di comunità di pratica e facciamo rifiorire le organizzazioni anche quando c’è poca acqua
di Michela Lupi
Se vogliamo ispirare le nostre organizzazioni alla nature le comunità di pratica assomigliano a quella vegetazione spontanea che in natura caratterizza le nostre praterie. I cardi, le ginestre sono specie che anche nei momenti difficili quando un ecosistema viene perturbato ad esempio da un incendio, resistono ed anzi contribuiscono con la loro presenza a garantire solidità al terreno prevenendo i fenomeni di erosione e riportando in superficie dal sottosuolo i nutrimenti necessari per la crescita dell’intero sistema. In natura, le piante e gli organismi evolvono in continuazione, anche piccoli movimenti possono trasformare e riorganizzare l’ambiente all’infinito.
Sono prevalentemente comportamenti di tipo cooperativo che sostengono la vita dell’intero ecosistema prateria: le piante si distribuiscono in modo armonico sul terreno, né troppo vicine, né troppo lontane in modo da poter attingere l’acqua dal sottosuolo senza intrecciare le radici e sono necessarie almeno otto specie vegetali con caratteristiche differenti perché una prateria possa rendersi sostenibile nel tempo.
Le comunità di pratica mimano i cardi, le ginestre, i cespugli che nascono spontaneamente nelle praterie e proprio nei momenti avversi, quando le sfide organizzative si fanno sentire le CdP rappresentano quei sistemi essenziali capaci di ridare al “suolo” i nutrimenti necessari alla sua ripresa. Inoltre, essendo sistemi multi culturali, che accolgono persone che arrivano da luoghi ed esperienze diverse all’interno dell’organizzazione, queste comunità sostengono comportamenti cooperativi e non competitivi dove si può esprimere la propria unicità in una rete di relazioni ampia capace di sopravvivere agli stress ed alle avversità ambientali. All’interno delle CdP la comunicazione scorre fluida senza strutture formali o di processo rigide e come l’acqua si muove si trasforma, penetra negli strati più profondi della superficie per creare nuovi significati capaci di trasformare il sistema stesso.
La domanda che possiamo porci è come costruire comunità di pratica in ambienti organizzativi aridi o che sono soggetti a inondazioni improvvise, dove l’acqua è poco presente o difficile da gestire? Nelle nostre organizzazioni osserviamo la tendenza ad investire molte energie nella comunicazione formale, nell’ingegnerizzazione dei processi organizzativi e della grande quantità di interventi formativi e di crescita personale adottati dalle aziende. Dal lato opposto vediamo anche organizzazioni più simili ad ambienti desertici dove le strutture di dialogo sono focalizzate al solo raggiungimento degli obiettivi riducendo la quantità di flussi comunicativi informali necessari all’evoluzione del sistema. Abbiamo sempre più bisogno di eco-organizzazioni dove l’armonia tra le parti è l’elemento fondante il benessere dell’interna comunità aziendale e del suo successo. Le CdP anche quando si sciolgono, restano sempre dei superconduttori di cultura, si genera una intelligenza collettiva tacita acquisita che le persone, anche fuori dallo spazio di dialogo, portano nei propri luoghi di lavoro: nuovi semi saranno piantati, nuove comunità nasceranno e i membri originari rimarranno sempre connessi gli uni con gli altri da un sottile ed invisibile filo.
Il progetto Synthesis, grazie agli anni di esperienza e di studio, offre percorsi di rigenerazione organizzativa, contattaci per maggiori informazioni e per conoscere i casi di successo che abbiamo incontrato.
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