Le comunità di pratica, conversazione tra Fritjof Capra e Michela Lupi

Come coltivare le comunità di pratica e sostenere network informali di dialogo.

Incontrare Fritjof Capra e parlare di comunità di pratica, di spazi informali di comunicazione e dialogo è stata un’esperienza di grande arricchimento. In questo articolo condivido la sintesi della nostra conversazione, i principali passaggi ed alcune mie osservazioni.

La natura ci offre sempre e spontaneamente esempi di comunità cooperative perché tutti gli ecosistemi sono comunità: dalle praterie, alle foreste, ai boschi, alle spiagge, alle piante, fino ai microrganismi che collaborano per sostenere la vita e possiamo sicuramente imparare dalla natura che ha sviluppato, nel corso della sua evoluzione, i principi organizzativi della collaborazione per poter sopravvivere nel tempo ed evolvere.

Tuttavia, una comunità ecologica non è come una comunità umana, noi siamo fatti di cultura e coscienza, che non è presente negli ecosistemi e per poter sostenere le nostre comunità, per fare rete abbiamo bisogno del prezioso strumento del dialogo. 

In che modo comunichiamo e ci connettiamo  gli uni con gli altri? Che tipo di sistema di comunicazione è presente nelle nostre organizzazioni? Se osserviamo le nostre organizzazioni vediamo che si poggiano sia su strutture formali di comunicazione, che sono spesso di tipo gerarchico, sia su network informali di comunicazione che si sono generati spontaneamente nel tempo: reti di amicizie, reti di condivisione di interessi, esperienze… .

Si osserva che, in questi ultimi anni, anche a causa della pandemia, nelle nostri luoghi di lavoro lo smart working, le modalità di lavoro in remoto hanno modificato sostanzialmente l’accesso naturale alla comunicazione informale, riducendo ulteriormente gli spazi per la costruzione di questi network.  E’, oggi, necessario rivedere, in termini di qualità, i modelli organizzativi del lavoro, come costruiamo significati e pensiamo  insieme per contribuire al processo di crescita e innovazione dei nostri sistemi sociali. 

La domanda è: come e quanto stanno investendo le organizzazioni in termini di cultura, design e progettazione per sostenere le comunità di pratica e la loro evoluzione?  Tanti sono i casi di successo: nelle grandi aziende, ma anche in realtà più piccole, nelle scuole che hanno sostenuto e applicato questo modello. Il suo successo  può essere misurato nella capacità di fondere strutture gerarchie con network informali che, in modo complementare, sostengono l’innovazione e la creatività delle organizzazioni. 

Dobbiamo, prima di tutto comprendere che il potere, che si esercita nei network attraverso la capacità di influenzare e generare empowerment è più desiderabile del potere esercitato sotto forma gerarchia. 

E’ vero che nelle organizzazioni, specialmente in quelle di grandi dimensioni,  abbiamo bisogno di strutture formali per svolgere la nostra routine di lavoro e dare stabilità alla struttura, ma se vogliamo crescere in modo nuovo e creativo abbiamo bisogno di riconnetterci ai pattern della vita e la rete è la sua struttura naturale. Come possiamo rigenerare il senso di comunità e sostenere l’evoluzione della conoscenza in un sistema a rete? Tanti gli spunti che possiamo trovare nell’intervista integrale. 

Allego il video dell’intervista integrale in lingua inglese

Buona visione!

Le comunità di pratica, conversazione tra Fritjof Capra e Michela Lupi